Il 29 Aprile è stato presentato il Rapporto MobilitAria 2021, realizzato da KyotoClub e dall’Istituto per l’inquinamento Atmosferico del CNR. Lo studio mostra come la pandemia abbia influito sulla mobilità urbana e, di conseguenza, sulla qualità dell’aria in 14 Città Metropolitane italiane, tra cui Roma, durante il 2020. Inoltre, presenta proposte di intervento concrete per raggiungere gli standard europei fissati nel Green Deal.
Governare l’emergenza prima e durante il Covid19
La pandemia ha trasformato le abitudini e le modalità di lavoro, influendo direttamente sull’approccio alla mobilità. In Italia, il settore mobilità produce il 26% delle emissioni di CO2 e la metà delle città italiane supera i limiti previsti dalla normativa sugli indicatori della qualità dell’aria. Il trasporto su strada è responsabile per l’80% delle emissioni di CO2 da trasporti, di cui circa il 70% viene prodotto per spostamenti inferiori ai 50 km. Nonostante ciò, durante il 2020, si è confermata la predilezione per l’utilizzo dell’automobile privata, anche se la mobilità attiva a piedi e in bicicletta è aumentata. La sicurezza stradale continua a non essere garantita in maniera soddisfacente: ogni anno, si registrano ancora oltre 3.300 morti e 250.000 feriti.
Le misure adottate dal governo italiano per fronteggiare la crisi del settore mobilità sono state diverse. Le più significative riguardano: il trasporto pubblico locale, a cui sono stati destinati 390 milioni e si è eliminato, fino al 30 giugno 2021, il precedente obbligo di acquistare i nuovi mezzi esclusivamente ad alimentazione alternativa; la costruzione di “ciclovie urbane”, di cui Roma è beneficiaria dell’ammontare maggiore, con oltre 15 milioni.
Diverse città, tra cui Roma, hanno previsto dei piani straordinari per gestire la mobilità urbana durante l’emergenza, che però in molti casi includono provvedimenti contrastanti: esempio lampante è il potenziamento delle reti ciclabili e della mobilità attiva, affiancato dalla sospensione di molte zone a traffico limitato (ZTL).
È necessario ricordare che il 2020 è stato scandito da lockdown a fasi alterne: questo rende l’analisi e le valutazioni delle misure adottate particolarmente complesse.
La situazione attuale
Alla luce delle misure di confinamento e delle trasformazioni nelle abitudini e nelle modalità di lavoro adottate nel 2020, è stato possibile confrontare l’andamento della concentrazione di alcuni inquinanti con la variazione percentuale dei flussi di traffico[1]. Per quanto riguarda il NO2 (biossido di azoto), in tutte le città si registra una riduzione delle concentrazioni (ad esclusione della città di Milano); è evidente che tale decremento è connesso alla riduzione dei movimenti urbani, soprattutto nei primi mesi di lockdown dovuto al COVID-19. Per la concentrazione media annua del PM10 (particolato), anche quest’anno, la situazione critica è quella della città di Torino, mentre per la prima volta dopo 3 anni Roma supera i limiti stabiliti. Al contrario, le concentrazioni di PM2,5 (polveri sottili) non indicano criticità per nessuna delle città analizzate.
Nello specifico della mobilità sostenibile, il sistema dei trasporti italiano sconta la mancanza di una pianificazione adeguata e coerente, un deficit di servizi di trasporti collettivi e per la mobilità attiva, importanti gap in termini di infrastrutture e servizi tra Nord, Centro e Sud e insufficiente copertura finanziaria per i Piani urbani della mobilità sostenibile (PUMS) adottati dalle città oggetto dell’indagine, anche a causa di radicati problemi di governance tra Stato centrale, Regioni e città.
Un focus su Roma
Per la città di Roma, si elencano le tendenze 2019/2020:
- reti ciclabili: in aumento, con l’aggiunta di 33 km rispetto ai 285 km del 2019.
- sharing mobility: è calato l’utilizzo del car sharing e bike sharing, con un calo di 1.800 auto e tre operatori nel primo caso e 2.000 bici e due operatori nel secondo. Anche il numero di operatori dello scooter sharing rimane a due, ma in questo caso si registra un aumento della flotta di 2.700 veicoli. Anche la micromobilità condivisa, come i monopattini elettrici, è anche in aumento, con 15.250 mezzi e 8 operatori.
- Zone a traffico limitato (ZTL): nel 2020 sono state attive solo nei mesi di Gennaio, Febbraio, Settembre e Ottobre.
Per quanto riguarda i mezzi privati, la densità di veicoli è pari a 1.362 automobili per km2. Le autovetture sono preponderanti (1.750.810), a prevalenza Euro6 (29%) e Euro4 (26%). Sono in calo le alimentazione diesel e benzina, mentre tutte le altri tipologie di alimentazione (GPL, metano, ibride ed elettriche) sono in aumento.
Nel settore della logistica, si registrano 126.142 autocarri per trasporto merci, anche questi a prevalenza Euro6 (21%). Le tipologie sono tutte in crescita, e come tipologia di alimentazione prevale il diesel (111.689). I motocicli sono 386.797 a prevalenza Euro3 (44%): si registra un calo dell’alimentazione a benzina, mentre aumenta in maniera abbastanza contenuta l’elettrico.
Riguardo alla qualità dell’aria, si riscontra per il 2020, rispetto al 2019, un’evidente riduzione della concentrazione media dell’NO2 (-19%). I superamenti giornalieri del PM10 sono aumentati, eccedendo il limite di 35 annui, anche se ne è rimasta invariata la media rispetto al 2019. La media del PM2,5 è, invece, in aumento del 8%.
Il nuovo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Nel nuovo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) “Italia Domani”, che prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro[1], si delineano due missioni di particolare interesse per il settore dei trasporti e della mobilità:
- Missione 2: “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, stanzia complessivamente €68,6 mld – di cui €59,3 mld dal PNRR e €9,3 mld dal Fondo Complementare. Vengono stanziati:
– €8,58 mld per lo sviluppo “del trasporto locale più sostenibile”;
– €1 mld per Rinnovabili e batterie;
– €300 milioni per la filiera industriale per bus elettrici
A questi si aggiungono, per le stesse voci, €600 milioni del Fondo Complementare.
- Missione 3: “Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile”, stanzia complessivamente €31,4 mld – di cui €25,1 mld e €6,3 mld dal Fondo.
Nel Fondo Complementare sono previsti anche:
- €1,73 mld per il Rafforzamento delle Linee regionali;
- €1,6 mld per Strade Sicure per Autostrade e Anas;
- €1,12 mld per Elettrificazione delle banchine e Green Port.
Tra le Riforme previste dal PNRR, quella ribadita più volte è la semplificazione delle procedure in materia di autorizzazione delle infrastrutture e del codice appalti.
Nello specifico della città di Roma, i provvedimenti straordinari anti-pandemia adottati per la mobiltà nel 2020 sono:
- Piano mobilità e spazio pubblico: volto alla realizzazione di 150km di piste ciclabili per favorire il ricorso alla mobilità attiva e sostenibile.
- “School ride Lazio”: progetto della Regione Lazio, per cui ha stanziato circa €4 milioni. Permette a studenti e personale ATA di usufruire di un voucher taxi di un massimo di due corse al giorno da e verso l’istituto/luogo di lavoro. L’importo del voucher è €12,50 a corsa, per un totale di 10 voucher pro capite.
- “Ti accompagno io”: lanciato da Fondazione Ania, Cooperativa Radiotaxi 3570, Associazione Indagini3 e Fondazione UniVerde, permette agli ultra-ottantenni di richiedere un taxi per andare ad effettuare il vaccino contro il Covid-19.
- un aumento di 1.500 corse in più al giorno per TPL su gomma
A differenza di altre città analizzate nel Rapporto, a Roma non è stata prevista la conversione di spazi pubblici in aree verdi.
Tra investimenti e realtà
Il Rapporto MobilitAria avanza delle proposte su come investire parte dei 209 miliardi di euro destinati all’Italia dal Recovery Fund Next Generation EU, e compara le stime degli interventi realizzate da KyotoClub e Transport & Environment (T&E) con i progetti d’investimento delineati nel PNRR “Italia Domani”.
Nella proposta di PNRR, alle città sono destinati 8,58 mld totali così ripartiti:
- reti del trasporto rapido di massa: €3,6 mld, con lo scopo di realizzare 240 km di reti (11 km di metropolitane, 85 di reti tramviarie, 120 km di filovie e 15 km di funivie);
- rafforzamento per la mobilità ciclistica: €600 milioni, con un ridimensionamento importante, rispetto al PNRR proposto dal governo Conte, dei chilometri da realizzare (da 1000 km a 570 km di “piste ciclabili urbane” e da 1626 km 1250 km di “piste ciclabili turistiche”);
- rinnovo della flotta bus e treni verdi: €3,6 mld, di cui €2,42 mld destinati all’acquisto entro il 2026 di 3.360 autobus “a basse emissioni”, senza specificare il tipo di alimentazione;
- infrastrutture di ricarica elettrica: €750 milioni, prevedendo la realizzazione di 21.255 punti di ricarica elettrica.
- Per la Missione 3, la maggior parte dei €24,7 mld allocati è destinata all’Alta Velocità Ferroviaria (8,5 mld al Nord e 4,6 al Sud), mentre €7,8 miliardi (il 30% del totale) sono destinati a pendolari e trasporto locale.
Le stime di Kyoto Club e T&E per soddisfare il fabbisogno nell’ambito della Missione 2, sono:
- reti del trasporto di massa: €8,5 mld;
- mobilità ciclabile: 2 mld, per realizzare, entro il 2026, 5.000 km di ciclovie urbane e 10.000 km di ciclovie turistiche e collegamento extraurbano;
- rinnovo della flotta con autobus elettrici: €5 mld, per 15.000 autobus elettrici;
- infrastrutture di ricarica elettrica: circa €3 mld, non ritenendo sufficienti i punti di ricarica previsti nel PNRR perché inferiori alle stime di rottamazione di veicoli e motocicli convenzionali con quelli elettrici. Queste stime sono fondamentali per quantificare i consumatori che passano ad un veicolo elettrico e, su questa base, determinare quanti utenti avranno bisogno di centraline elettriche di ricarica.
Si rileva inoltre che nel PNRR non è stato dedicato nessun investimento ai veicoli commerciali elettrici leggeri per la logistica urbana delle merci.
Le proposte degli autori del rapporto MobilitAria
Tra le idee per misure a livello nazionale presentate da Kyoto Club e T&E, riguardanti la mobilità e la logistica urbana figurano:
- Mobilita Ciclistica. Gli investimenti totali si prevedono per 2 miliardi in 5 anni. Serve investire su reti ciclabili per 5.000 km di percorsi, pari a 500 milioni, e su ciclovie turistiche per 10.000 km, al costo di 1,5 miliardi.
- Potenziamento del trasporto collettivo. Serve un investimento per 15.000 nuovi autobus elettrici, pari a 5 miliardi in cinque anni, per il rifinanziamento de Piano Nazionale Mobilità Sostenibile.
- Mobilità condivisa elettrica dei veicoli. È necessario abbassare l’IVA dal 22% al 10% per tutti i servizi di sharing mobility. Le stazioni devono essere riconvertite in hub con parcheggi per bici, sharing e auto, percorsi ciclabili e pedonali, per favorire l’intermodalità. Gli investimenti stimati sono pari a 1 miliardo in cinque anni.
- Logistica. È fondamentale il sostegno per il ricambio dei veicoli commerciali verso l’elettrico e l’elettrificazione delle città e dei nodi-Centri logistici. Questo comporterebbe 100 milioni l’anno per cinque anni, per un totale di 500 milioni.
Si suggeriscono, inoltre, delle proposte di intervento di respiro nazionale, per favorire un maggiore coordinamento tra Regioni nella lotta all’inquinamento atmosferico.
In conclusione, gli autori del Rapporto osservano che la decarbonizzazione della mobilità urbana non è un obiettivo primario del PNRR: tra gli investimenti ferroviari una quota minima è dedicata al trasporto locale, regionale e metropolitano, mentre resta marginale l’obiettivo della elettrificazione dei trasporti urbani.
[1] da ora in poi abbreviato in: mld
[1] Le statistiche utilizzate sono state sviluppate da Enel X in partnership con HERE Technologies.