Nell’ambito del Living Lab Logistica di Roma Capitale coordinato da TRElab, il laboratorio della ricerca sui trasporti dell’Università di Roma Tre, lo scorso giovedì (8 Aprile) si è discusso di ciclologistica. Hanno partecipato i principali operatori di ciclo logistica della realtà capitolina e nazionale, CORRO, Urbico e Spedireroma, il Comune di Roma e l’azienda partecipata Roma Servizi per la Mobilità (RSM).
Una sintesi dei progetti di ciclologistica già esistenti ha dato avvio alla riunione. USER-CHI, HANDSHAKE, MOVE-21, progetto Mini-Hub, progetto CNA-Spedireroma sono tra i principali progetti su cui si è focalizzato l’incontro.
I risultati: la ciclologistica è possibile
Le realtà presenti si sono trovate concordi sulla convenienza economica e la salvaguardia ambientale che assicurerebbe l’implementazione delle cargo-bike a Roma.
CORRO ha mostrato come sia possibile passare da un sistema di consegne B2B tramite furgoni ad un sistema misto furgoni e cargo-bike, assumendo un maggior numero di lavoratori e riducendo le ore di lavoro, mantenendosi competitivo dal punto di vista della soddisfazione del cliente. L’utilizzo di questi mezzi, infatti, permette di evitare un numero eccessivo di fermate dei furgoni che altrimenti viaggerebbero per più tempo e con carichi semivuoti.
È stato fatto notare, inoltre, come la sicurezza delle consegne tramite cargo bike sia un problema trascurabile.
Le necessità degli operatori
Gli operatori logistici necessitano di un hub, per garantire la flessibilità organizzativa, e di infrastrutture ciclabili e stradali adeguate, per la velocità delle operazioni: entrambe sono esigenze basilari per far funzionare al meglio il settore della ciclologistica. CORRO e Urbico hanno evidenziato poi le diverse caratteristiche necessarie per gli hub urbani:
- Posizione (non troppo lontana dal centro, facilmente raggiungibile da fuori città).
- Spazio (l’hub deve poter gestire un certo numero di pacchi previsto, il processo di trasbordo e la presenza contemporanea di camion e cargo bike).
- Energia (l’hub deve essere dotato di stazioni di ricarica adeguate)
- Accessori (l’hub deve garantire una ciclo officina, celle frigo e la presenza di servizi per gli operatori)
Per quanto riguarda le piste ciclabili, si è sottolineata la necessità di piste più larghe rispetto alle attuali, che non sempre garantiscono lo spazio necessario al passaggio di una cargo-bike, e la possibilità di muoversi su strada senza essere redarguiti dalle forze dell’ordine.
L’operatore pubblico si è dimostrato disponibile nel risolvere i problemi infrastrutturali messi in luce dagli operatori e aperto ad intavolare un dialogo stabile per essere informato sulle loro richieste specifiche per tarare i progetti su di esse.
Le sfide del Living Lab
Durante l’incontro non ci si è unicamente soffermati ad analizzare il rapporto tra Living Lab e ciclologistica, ma si è anche discusso del futuro dell’intero settore della logistica a due ruote e in particolare della sua scalabilità.
L’espansione su larga scala del modello hub + cargo bike (o mini-veicoli elettrici) dipende anche dal rapporto con i grandi players della logistica. La loro disponibilità a condividere lo stesso hub con vari partners per le consegne di prossimità è da valutare, mentre è elevato il loro potere contrattuale rispetto ai piccoli stakeholders.
Pertanto, gli operatori della ciclologistica hanno evidenziato il ruolo centrale di una forte volontà politica che detti regole comuni d’ingresso in entrata delle merci. Si è discusso anche della possibilità di una condivisione degli hub tra i vari partner logistici, la quale appare come una soluzione a cui gli operatori sono disposti, nonostante le difficoltà organizzative e amministrative, e che deve necessariamente vedere coinvolti i grandi players.
In conclusione si è suggerito di dare maggiore peso alla transizione green dei veicoli merci, vista non come mera esecuzione di progetti europei, bensì come un tassello imprescindibile per una maggior sostenibilità ambientale e sociale, in una visione che va oltre l’ultimo miglio della logistica.
Da ciò si evince come l’incontro tra l’offerta da parte del settore pubblico e la domanda degli operatori inserito in un un approccio collaborativo sia la chiave per il funzionamento della ciclologistica.
Emma Bellotti & Gabriele Iannaccone