Come tutta Italia, anche il comune di Roma Capitale si sta preparando ad affrontare la cosiddetta Fase 2 al termine del lockdown previsto per il 4 maggio. Tra i vari aspetti strategici che si trova ad affrontare l’amministrazione capitolina spicca certamente quello dei trasporti. Sono molti infatti a chiedersi quali saranno le misure da prendere per consentire una mobilità urbana sicura ed efficiente, ma anche sostenibile, per tutti i cittadini.
Grazie alle piattaforme che tutti noi stiamo imparando a utilizzare in questo periodo di smart working, lo scorso 17 aprile si è potuta riunire la Commissione Capitolina Mobilità alla quale hanno partecipato l’Assessorato e il Dipartimento Mobilità, Atac, Anci, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, la Consulta sulla Sicurezza Stradale, Legambiente, l‘Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri e l’associazione Salvaiciclisti. Gli obiettivi della commissione sono orientati allo sviluppo di un piano che abbia come finalità quella di perseguire una strategia che faccia di Roma una città eco-sostenibile, accessibile, vivibile e a misura di persona, come dichiarato dal presidente Stefàno sui suoi canali social al termine della seduta.
Ringraziamo lo stesso Enrico Stefàno di essere nostro ospite nella puntata odierna della nostra serie di podcast sulla relazione tra mobilità urbana e Covid-19 per parlare insieme di questi argomenti cruciali per la città di Roma.
Presidente, come sta affrontando Roma questo periodo di emergenza legato al Coronavirus da un punto di vista dei trasporti delle persone e delle merci?
La città di Roma si è subito attivata, anche in ottemperanza ai decreti del Presidente del Consiglio e alle conseguenti ordinanze della regione Lazio. Dovendo gestire una domanda nettamente inferiore, il servizio di trasporto pubblico è stato rimodulato, riprogrammando sia le corse in linea con il servizio di base estivo e anticipando le ultime corse alle 21, sempre in ottemperanza alle normative regionali. Già da prima del lockdown, i gestori del trasporto pubblico, Atac e Roma TPL, hanno realizzato misure di precauzione come la sanificazione dei mezzi e la distanza di sicurezza per gli autisti. Chiaramente è una fase molto difficile che speriamo di superare presto, ma credo che la città di Roma e le nostre aziende partecipate abbiano risposto in maniera pronta e tempestiva.
Con riferimento alla cosiddetta cosiddetta Fase 2, quali sono stati gli interventi più significativi e gli obiettivi scaturiti dai lavori della Commissione Capitolina Mobilità dello scorso 17 Aprile? Sono in linea con le linee guida tracciate dal PUMS?
Per quanto riguarda la fase 2, stiamo delineando una serie di scenari e poi potremo avere un quadro definitivo quando le norme nazionali saranno decise. Chiaramente il trasporto pubblico non potrà soddisfare da subito la domanda che soddisfaceva in precedenza, non è pensabile garantire l’accesso a a 90-100 persone su un autobus o 1200 in metropolitana. Bisognerà quindi agire in maniera tempestiva e decisa. Da un lato, va ridotta a monte la domanda di trasporto e gli spostamenti, continuando con la positiva esperienza dello smart working, sia da parte dell’amministrazione capitolina che delle aziende della città. Per chi dovrà comunque continuare a spostarsi, stiamo delineando una serie di alternative sostenibili, efficaci ed efficienti. Perché l’automobile privata, per quanto sembri una soluzione attraente o sicura, non può essere la risposta perché rischieremmo di congestionare le nostre strade. Le analisi elaborate da Roma Servizi per la Mobilità sui dati raccolti durante tutto lo scorso anno dimostrano che una buona parte degli spostamenti in città sono ridotti per quanto riguarda la loro estensione temporale. Di conseguenza, creeremo e rafforzeremo da subito delle alternative sostenibili come percorsi ciclabili e pedonali sicuri, e rilanceremo alternative di intermodalità che stanno andando bene nella nostra città. Penso alle esperienze con il bike sharing o con gli scooter, ma anche al monopattino che è un servizio che ci apprestiamo a lanciare e potrebbe in parte colmare una domanda di trasporto che andrebbe redistribuita su orari diversi.
C’è il rischio che la maggior parte dei cittadini, comprensibilmente, decida di utilizzare esclusivamente i mezzi privati per la paura del contagio. Come si può fare per far sì che le persone si sentano sicure sui mezzi pubblici e per non tornare, o addirittura superare, i livelli di inquinamento pre-lockdown? Un ruolo fondamentale lo svolgerà una comunicazione efficace nei confronti di cittadini e imprese.
Sicuramente l’aspetto comunicativo e di consapevolezza dei cittadini sarà molto importante. Fino ad oggi abbiamo rispettato scrupolosamente alcune regole: penso ad esempio al non affollamento dei supermercati, a fare tutti la fila diligentemente per fare la spesa. Bisognerà fare lo stesso quando si utilizzerà il trasporto pubblico e quindi chiaramente rispettare il distanziamento, le norme e tutti i dispositivi di protezione che verranno imposti ai cittadini. Stiamo predisponendo anche un piano per verificare e contingentare gli accessi, ma in una città estesa come Roma non si possono costantemente presidiare 8,500 fermate dell’autobus o 100 fermate della metro. Quindi un ruolo importante lo avrà la consapevolezza dei cittadini, come d’altronde è stato fino ad oggi, e capire come ogni comportamento può mettere a rischio se stessi ma anche e soprattutto gli altri.
Per quanto riguarda la logistica urbana, la crisi ha dimostrato come questa rappresenti un servizio imprescindibile per far sì che i supermercati siano sempre forniti e che le consegne a casa diminuiscano il numero dei movimenti dei cittadini. In questo senso, si è parlato di misure specifiche per il settore in Commissione Mobilità? Il Living Lab Logistica ne faciliterà la discussione con gli stakeholder.
Si, un aspetto importante di questa crisi, che pur nella sua drammaticità ci ha consentito di trarre delle esperienze e degli insegnamenti: uno di questi è sicuramente il ruolo chiave della logistica urbana nella nostra città e la necessità di riorganizzare questo servizio. Eravamo già partiti a monte con un lavoro importante svolto insieme alle università e con i nostri tecnici di pianificazione e progettazione attraverso il PUMS, che evidenzia quanto questo settore sia strategico per la nostra città e quanto sia importante farlo funzionare in maniera efficace ed efficiente. Anche in questo caso, come per i comportamenti virtuosi e sostenibili per la mobilità delle persone, questa crisi ci dà l’opportunità di accelerare la transizione verso comportamenti sostenibili pe lo spostamento delle merci, e quindi di accelerare l’attuazione di quel piano che già in prospettiva avevamo disposto lo scorso anno.
Infine, l’ANCI sta coordinando gli assessori alla mobilità dei principali comuni italiani, al fine di inviare delle proposte al governo con misure che possono essere attivate immediatamente dai comuni. Torino e Milano sembrano andare nella stessa direzione di Roma. È ottimista riguardo a questa collaborazione?
Sì, devo dire il lavoro di ANCI è sempre prezioso e importante, un lavoro di coordinamento tra tutti gli enti locali. Senza un unico contenitore sarebbe molto più difficile. Ci stiamo confrontando e coordinando con gli altri comuni italiani, pur ricordando le peculiarità della città di Roma che ha un territorio che per popolazione, estensione e numero di addetti e servizi è difficilmente comparabile con le altre città italiane. Però il confronto anche banale e semplice come predisporre un atto o affrontare un determinato problema che poi si manifesta in scale diverse è sicuramente importante. La collaborazione con le altre grandi città, ma non solo, c’è sempre stata, ancora di più in questa fase è fondamentale che i comuni diano una risposta coordinata ed univoca. Sarebbe anche un messaggio importante per il nostro sistema Paese.